“Io sto pensando una cosa: filosofia viene tradotta sempre con amore per la saggezza. Ma non è così, è il contrario: non è amore per la saggezza, è saggezza dell’amore. E allora la figura dell’amore è innanzitutto intersoggettività, è scambio. Cioè la verità non deve emergere come un corpo dottrinale: questa è la sapienza, non è la filosofia. Deve nascere dal dialogo. Dal dialogo tra due persone. Dialogo con l’altro e soprattutto con quell’altro che è la donna. Perché come mai nella storia della filosofia non compare mai una donna: che cos’è questo essere messo fuori gioco? Forse che la donna navighi in regioni non eccessivamente logiche che mettono paura agli uomini? Queste sono domande che io mi pongo.” (U. Galimberti)
Premessa
Soprattutto nell’antichità, la filosofia fu una disciplina molto affine a quella che era considerata scienza. In origine infatti lo studio dell’uomo e della sua mente e quello della materia fu affrontato attraverso la lente della filosofia.
Per lungo tempo inoltre il termine “filosofia” designò delle materie prettamente scientifiche come la fisica, perciò non è possibile porre una netta distinzione tra la disciplina che indica l’amore per il sapere e le scienze vere e proprie. Del resto la fisica, la matematica, l’astronomia sono nate proprio dal desiderio di conoscere, dall’amore nei confronti della verità.
Le donne in Filosofia
La più rilevante figura di filosofa che viene tramandata dall’antichità greca è quella di Ipazia d’Alessandria, esponente della scuola neoplatonica: fu a capo della prestigiosa Scuola di Alessandria d’Egitto e tale fu la sua fama da poter accedere, seppur donna, alle assemblee, in cui il suo parere e il suo consiglio erano tenuti in grande considerazione. Ella inoltre praticò il pubblico insegnamento, permettendo a chiunque di partecipare alle sue lezioni, ma fu proprio il potere acquisito che le costò la vita.
Pur non essendosi occupata direttamente di filosofia, è nota per i suoi studi anche Laura Bassi Veratti, che visse in pieno ‘700 in Italia: fu la seconda donna della penisola a laurearsi proprio in filosofia, dopo la discussione di una tesi “de universa re philosophica” e ottenne in tal modo il lettorato di “philosophia universa”, che conservò fino alla morte. Con il termine filosofia all’epoca si indicava la fisica, una disciplina che, anche se oggi viene considera una scienza dura, in realtà fu fortemente influenzata, almeno agli albori, dalle correnti filosofiche antiche.
Anche la chimica affonda in parte le proprie radici negli studi filosofici, essendo anch’essa una disciplina che pone al primo l’amore per la verità: si pensi solo a Maria l’Ebrea, la prima alchimista di cui abbiamo testimonianza, e ai suoi studi sui gradi di trasformazione dei metalli, messi in relazione con le fasi del giorno, i colori, gli stati mentali dell’uomo allo scopo di raggiungere l’Uno, considerato la perfezione.