“Per la componente femminile del genere umano è giunto il tempo di assumere un ruolo determinante nella gestione del pianeta. La rotta imboccata dal genere umano sembra averci portato in un vicolo cieco di autodistruzione. Le donne possono dare un forte contributo in questo momento critico” (R. Levi Montalcini)
Premessa
«Spesso mi viene chiesto se ho incontrato molte difficoltà nel corso della mia vita scientifica. Ritengo che molti degli ostacoli di cui si lamentano parecchie ricercatrici dipendano anche dall’educazione ricevuta che, almeno fino a qualche decennio fa, tendeva a fare delle bambine persone arrendevoli e servizievoli, poco combattive e desiderose di protezione. Oggi mi sembra che le cose vadano cambiando, la vita e l’educazione comune a bambini e bambine li lascia più liberi di sviluppare le proprie attitudini naturali, senza imporre loro condizionamenti dovuti al sesso.
lo ho avuto la fortuna di avere una famiglia in cui babbo e mamma erano perfettamente eguali, si dividevano i compiti in piena parità, e non mi hanno mai imposto comportamenti o giocattoli legati a stereotipi sessuali. Anche lo sport che ho praticato per parecchi anni mi ha aiutato a sviluppare quella competitività che è necessaria per riuscire nell’atletica come nella scienza, per vincere sportivamente, allenandosi e studiando e avendo la costanza di perseguire lo scopo di battere un record o di ottenere un risultato scientifico, senza scoraggiarsi davanti agli insuccessi, perseverando con costanza.
Credo perciò che l’ambiente familiare in cui ho avuto la fortuna di nascere sia stato estremamente importante per darmi fiducia nelle mie possibilità, e per non provare complessi di inferiorità che ho spesso notato in colleghe della mia generazione e anche più giovani». Queste le parole di Margherita Hack, una delle più grandi astrofisiche dell’Età contemporanea.
Le donne e l’istruzione
Nel corso dell’Ottocento e del Novecento la condizione femminile subisce una forte evoluzione: il primato spetta agli Stati Uniti dove le donne riuscirono ad accedere ai più alti livelli di istruzione proprio negli anni Trenta del XIX secolo, seguite dalle europee con una trentina di anni di ritardo.
Nel secolo successivo, in tutti i paesi industrializzati, le donne hanno progressivamente eliminato quel distacco che gli uomini erano riusciti ad accumulare in secoli di esclusione dall’istruzione.
Si pensi, per esempio, che nel 1902 l’analfabetismo femminile in Italia si aggirava attorno al 50% e che nel 1992 invece il numero delle laureate superava quello dei laureati. In una società come quella italiana, da sempre caratterizzata da scarsi investimenti nell’istruzione scientifica e da una scarsa mobilità sociale, le donne nel corso del Novecento sono riuscite a diventare un importante attore dinamico, capace di conquistare ruoli di prestigio nell’istruzione superiore, con una forte presenza nel settore scientifico.
Certamente, per tutto l’Ottocento e almeno per la prima metà del Novecento, rimase dominante lo stereotipo della donna vista soprattutto come madre e moglie piuttosto che come lavoratrice: ciò costituì un grave ostacolo non solo per l’accesso alle carriere accademiche, soprattutto quelle scientifiche che erano state per secoli appannaggio esclusivo del genere maschile, ma anche per lo stesso accesso all’istruzione universitaria.
Costituisce uno straordinario caso in Italia quello di Rita Levi Montalcini, vincitrice del Premio Nobel per la medicina nel 1986.
Le iniziative a tutela delle donne scienziate e ricercatrici
Possono essere segnalate alcune importanti iniziative a tutela delle ricercatrici scientifiche:
- 1971: negli Stati Uniti venne fondata l’Association for Women in Science, associazione che divenne punto di riferimento importante per le donne attive in campo scientifico e tecnologico a livello internazionale
- 1980: il Congresso americano approvò una legge, nota come Equal Opportunity Act, che imponeva una serie di interventi concreti a favore delle donne nella scienza. Fu così costituito un programma mirato di borse di studio, cattedre, premi alla carriera e fondi per la ricerca destinati alle donne
- 1984: il Regno Unito fu dichiarato anno delle Women into Science and Engineering (WISE): l’attività del WISE è continuata per attirare le ragazze a studiare ingegneria e scienze e per favorire un più giusto inserimento delle donne in campo scientifico e tecnologico, anche ad alti livelli di carriera.
- 1998: la Direzione generale Ricerca della Commissione europea costituì un gruppo di esperte ed esperti sul tema donna e scienza, incaricandolo di redigere una relazione sulla situazione delle donne nella politica scientifica dell’Unione.