Il Cern parla femminile: Fabiola Giannotti è riconfermata alla guida di uno dei centri di ricerca più importanti al mondo

Fabiola Gianotti

Da Paolo Gentiloni a Enrico Letta, fino a Matteo Renzi (i tre ex Presidenti del Consiglio), e Lorenzo Fioramonti, attuale Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca: su Twitter rimbalzano dichiarazioni e complimenti sulla rielezione di Fabiola Gianotti, a capo del Cern di Ginevra, il centro di ricerca di fisica tra i più importanti al mondo.

Nata a Roma 59 anni fa, ha studiato a Milano ed è stata fra i protagonisti della scoperta del “bosone di Higgs”, la particella che dà massa a tutto ciò che ci circonda. Una scoperta premiata con il Nobel per la Fisica nel 2013 ai fisici Peter Higgs e François Englert.

È la prima volta di una riconferma, non prevista finora nello statuto del Cern. “È un grande onore e privilegio, ma anche un’enorme responsabilità. Provo una grande emozione”, ha dichiarato all’Ansa, Fabiola Gianotti. “Sono molto grata al consiglio del Cern e ai suoi Paesi membri per la loro fiducia. Voglio ringraziare il mio Paese, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (Miur) e i colleghi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) per il loro sostegno. Sono felice di poter contribuire a rappresentare gli scienziati italiani all’estero”.

Fabiola Gianotti è una Donna nella scienza che ha saputo non arrendersi alle difficoltà che ancora esistono per il genere femminile nell’ambito delle Stem. Un esempio? Quante sono le donne oggi al Cern? «Se consideriamo il personale scientifico, attualmente siamo circa il 20 per cento. È una percentuale ancora bassa, ma quando arrivai nel 1994 eravamo l’8 per cento. Da allora qualche progresso è stato fatto, ma c’e ancora molta strada da fare» (Fonte Repubblica). Anche per questo ci vorrà pazienza. Come per fare lo scienziato.“Per essere un bravo scienziato bisogna avere tanta pazienza. Nel settore specifico di Fabiola Giannotti, la fisica delle particelle, i tempi sono epici: in particolare si sta discutendo su quale sarà l’acceleratore di particelle del futuro, quello che sostituirà, ma solo tra alcuni decenni appunto, il Large Hadron Collider che ancora è attivo al Cern.

«Non sappiamo ancora, ma stiamo esaminando due progetti alternativi. Il primo è un acceleratore circolare come Lhc, ma con una circonferenza di 100 chilometri, contro gli attuali 27, l’altro un acceleratore lineare lungo 50 chilometri. Entrambi ci permetterebbero di fare passi avanti molto importanti nella nostra comprensione della fisica fondamentale. E in entrambi i casi siamo in competizione con altri paesi, Cina e Giappone, che stanno considerando progetti simili». In ogni caso, una volta presa la decisione, tra la fase di progettazione e la realizzazione ci vorranno circa 20 anni perché incominci a lavorare. «Siamo un po’ come i costruttori di cattedrali del medioevo. Iniziamo opere a cui lavoreranno generazioni di fisici dopo di noi. D’altra parte, quando arrivai al Cern come laureanda si parlava di Lhc come del futuro. Era entusiasmante, ma sembrava qualcosa di tanto lontano nel tempo. Poi però mi sono ritrovata a lavorarci, a dirigere uno dei due esperimenti che hanno portato alla scoperta del bosone di Higgs e oggi a gestire da direttrice generale la sua versione potenziata. In generale, la scienza diventa sempre più “big science”, e non solo nel nostro campo, perché i progetti sono sempre più difficili e ambiziosi e la loro realizzazione richiede anni, risorse, e la collaborazione di numerosi paesi e scienziati». (fonte Repubblica)

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