“Nella scienza si viene giudicati per la propria creatività e i propri contributi, indipendentemente dall’età, dalle convinzioni religiose, dal sesso o dall’origine etnica. La ricerca scientifica insegna a pensare senza pregiudizi, a confrontarsi sulla base del ragionamento, a rispettare e ad accettare le evidenze della realtà” (G. F. Giudice)
Premessa
Oggigiorno, nonostante alcune importanti eccezioni nel mondo, le donne hanno pieno diritto allo studio e alla carriera accademica e molte sono le figure femminili che si distinguono nei più diversi ambiti lavorativi.
Permane tuttavia in forma latente lo stereotipo che vuole le ragazze meno inclini agli studi scientifici e tecnologici, perché portate per natura allo studio di stampo umanistico. Sono invece tante le donne che oggi sono famose per la posizione raggiunta proprio nelle numerose branche della scienza a partire dall’astrofisica fino alla tecnologia, passando per la medicina.
Le donne e la scienza: la situazione attuale
Un’inchiesta sull’opinione pubblica riguardo alle donne nella scienza, commissionata dalla Royal Society nel 2011, ha constatato che nel Regno Unito circa il 90% dei giovani (18-24 anni) e circa i due terzi dell’intera popolazione non sono in grado di menzionare neanche una scienziata donna famosa, nonostante la convinzione quasi unanime (il 96% degli intervistati) che uomini e donne siano ugualmente portati alle professioni scientifiche. Questi risultati erano prevedibili, considerato il fatto che fra gli 814 vincitori del premio Nobel nell’arco di più di un secolo (1901-2010) vi sono solo 40 donne. Anche laddove le donne riescono a dimostrare competenza scientifica o tecnica faticano a ottenere promozioni a incarichi di responsabilità.
Non va tuttavia dimenticato l’esempio di contemporanee che ricoprono ruoli di prestigio: prima fra tutte la giovane Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana a raggiungere lo spazio nel 2014 nell’ambito della missione Iss 42/43 Futura.
E proprio nel settore dell’astrofisica ricoprono ruoli di prestigio Lucia Votano, che coordina circa mille fisici provenienti da tutto il mondo, e Fabiola Gianotti, che guida il gruppo che presso il CERN di Ginevra ha scoperto il bosone di Higgs. Per molte eccellenze, non solo femminili, è diventato necessario il trasferimento all’estero, come nel caso di Sandra Savaglio, astrofisica cosentina, che lavora negli Usa.
Un altro settore in cui oggi le donne danno conferma della propria intelligenza e delle proprie superlative capacità è quello della medicina: ne sono esempio Ilaria Capua, nota per i suoi studi sull’aviaria, Maria Caramelli, che ha contribuito al monitoraggio di emergenze quale l’encefalopatia spongiforme bovina (nota come Sindrome della mucca pazza), Elena Cattaneo, al cui nome sono legate importanti scoperte sulla còrea di Huntington.
Le donne e la tecnologia: la situazione attuale
La presenza delle donne nel settore delle ICT (dall’acronimo inglese per information and communication technologies, “tecnologie dell’informazione e della comunicazione”) è ad oggi ancora limitato.
Solo il 2,9% delle studentesse ha una laurea in ICT contro il 9,5% tra gli uomini, e solo lo 0,4% finirà per lavorare nel settore. La quota di donne impiegate nel settore delle ICT è inoltre significativamente inferiore a quella degli uomini: solo il 30 % di tutti i lavoratori nelle ICT in Europa (circa 7 milioni di persone) è donna e solo il 19,2% di questa fetta ha capi donne rispetto al 45,2% di lavoratori in altri settori. Secondo l’Agenda digitale dell’Unione Europea, le ICT dovrebbero contribuire a fare dell’Unione Europea l’economia più avanzata al mondo entro il 2020. In particolar
modo Neelie Kroes, ex Commissario europeo per l’Agenda Digitale, ha affermato che la partecipazione delle donne nel settore delle ICT sarà un fattore decisivo per la ripresa economica: “dovremmo fare tutto il possibile per cambiare la situazione, e incoraggiare più donne ad accedere a tali opportunità. Non è solo un bene per la parità di diritti – è essenziale per la nostra competitività”.
Di fatto l’assenza di capitale femminile nel mondo delle ICT europee ha un costo elevato: 9 miliardi di euro all’anno. Infatti le imprese di ICT guidate da donne sono “più redditizie, raggiungono il 35% in più di utile sul capitale investito, e – quando finanziate con venture capital – generano entrate del 12% superiori rispetto ad aziende di tecnologia gestite da uomini”.
Nel settore della tecnologia si sono distinte per le loro idee innovative alcune italiane, tra cui Caterina Falleni, ideatrice di Freijis, il frigorifero che funziona senza corrente, e Francesca Pasinelli, direttrice scientifica di Telethon, per il quale ha introdotto un sistema di valutazione all’avanguardia.