“Donna bella e piena d’ingegno tratta infatti con vigore i cadaveri e anche le membra in decomposizione, per poterli riprodurre e consegnare ai posteri” (F. M. Zanotti)

Premessa

Anatomista e scultrice italiana, docente di Anatomia all’Università di Bologna, abile realizzatrice di modelli di parti del corpo umano in cera, Anna Morandi Manzolini seppe coniugare lo studio teorico e la pratica anatomica, diventando così famosa da essere desiderata da molte corti europee in un’epoca in cui le donne erano solitamente relegate al ruolo di madre e moglie.

Vita

Nata a Bologna il 21 gennaio 1714 da Carlo e da Rosa Giovannini, nella parrocchia di S. Martino, Anna Morandi studiò disegno e scultura con i pittori Giuseppe Pedretti e Francesco Monti. Presso il laboratorio di scultura conobbe Giovanni Manzolini, professore di anatomia, che sposò nel 1740: dal matrimonio nacquero numerosi figli, dei quali però solo due, Carlo e Giuseppe, raggiunsero l’età adulta. La vita della coppia fu contrassegnata da continui avvenimenti luttuosi: oltre alla perdita di cinque figli in tenera età, il 7 aprile 1755, scomparve Manzolini, lasciando la moglie con gravi problemi finanziari, tanto che fu costretta ad affidare il figlio maggiore Giuseppe a un’istituzione caritatevole, il conservatorio di S. Bartolomeo di Reno.
Per la carriera artistica della Morandi fu fondamentale il sodalizio con il marito, in quanto è probabile che la giovane donna abbia iniziato, sotto la guida di Manzolini, lo studio dell’anatomia, che le permise, alla morte di lui, non solo di continuare a modellare in cera i preparati anatomici, ma di acquisire anche un successo artistico e accademico di gran lunga maggiore di quello raggiunto dal consorte.
La Morandi lavorò dunque a stretto contatto con il marito con il quale dissezionò concretamente i cadaveri e gli fu vicino sia quando si ammalò di depressione e «perdeva i giorni in vani lamenti invece di proseguire nelle incominciate operazioni» sia quando contrasse la tubercolosi e la donna ottenne un permesso speciale per insegnare in sua vece.
Nel 1756 la Morandi ricevette dal Senato bolognese la nomina a modellatrice in cera presso la cattedra di anatomia dell’Università con un onorario annuo di 300 lire bolognesi e senza l’obbligo di tenere letture nello Studio. Le difficoltà economiche continuarono a essere una costante nella sua vita tanto che, nel 1769, quando l’Assunteria di Stato non accettò la sua richiesta di aumento dell’onorario per la sua opera di ceroplasta, accolse l’offerta del senatore Girolamo Ranuzzi che acquistò tutte le sue preparazioni, gli strumenti e la biblioteca e le offrì anche un appartamento nel proprio palazzo.
Nonostante ciò, la Morandi acquisì una grandissima fama che le permise di ottenere notevoli riconoscimenti: tra questi il più ambito fu l’entrata nel 1756 all’Istituto delle scienze di Bologna, mentre dal 1760 fu affiliata alla Società letteraria di Foligno e nel 1761 all’Accademia del disegno di Firenze. La sua notorietà, inoltre, non rimase confinata all’ambito nazionale, ma si estese in tutta Europa: la Morandi ricevette molteplici inviti a lavorare per istituti e accademie di varie città, come quello da parte della Royal Society di Londra e quello di Caterina II di Russia a San Pietroburgo. La ceroplasta bolognese preferì tuttavia rimanere nella città natale, rifiutando allettanti offerte di lavoro all’estero. Celebre è rimasta la visita dell’imperatore Giuseppe II d’Austria il 14 maggio del 1769 al suo studio a palazzo Ranuzzi.
La Morandi morì a Bologna il 9 luglio 1774 e fu sepolta, con funerali solenni, nella chiesa di San Procolo in Via D’Azeglio a Bologna. Sulla lapide viene definita moglie amorevole e madre e solo nella terza riga si legge “Artista colta ricercatrice insegnante brillante”.