L’Italia e Bologna del 1700

Elogiata già dai suoi contemporanei, Laura Bassi si presenta come un’eccezione nel panorama del Settecento italiano, caratterizzato da una pressoché totale esclusione della donna dal mondo accademico e scientifico. La provenienza da una famiglia benestante, unita alle sue naturali doti di studio e da una vivace curiosità, permisero a Laura Bassi di diventare la seconda donna d’Italia a ottenere una laurea.

L’appoggio del Papa

Sicuramente le fu d’aiuto l’appoggio dell’arcivescovo Prospero Lambertini, destinato a diventare papa Benedetto XIV. Non va infatti dimenticato che la Bassi era nata a Bologna e vi visse in pieno Settecento, quando la città era ancora sotto il dominio dello Stato Pontificio: il sostegno del futuro papa fu dunque ancora più prezioso e permise alla Bassi di entrare di diritto tra i membri dell’Accademia Benedettina, che fino ad allora era stata appannaggio esclusivo degli uomini.
Nonostante ciò, la scienziata dovette continuamente fare i conti con il proprio sesso, che la poneva in una condizione di inferiorità rispetto ai suoi colleghi maschi: infatti, quando le fu assegnata la cattedra per l’insegnamento della fisica, il senato cittadino sottolineò come non si trattasse di un vero e proprio mandato d’insegnamento, ma di un riconoscimento degli sforzi della giovane dottoressa, datosi il suo sesso. Perciò causa sexus poté insegnare solo su permesso dei superiori, in speciali occasioni come ad esempio le visite di principi e alti prelati.
Solo con il successo ottenuto attraverso le sue lezioni di fisica, tenute in casa, dove era stato allestito pure un laboratorio sperimentale, il Senato fu costretto ad ammetterne la pubblica utilità e assegnò alla Bassi uno stipendio di 1000 lire, uno dei più alti dell’università felsinea.

Nel frattempo, con la diffusione delle idee illuministiche e con una maggiore presa di coscienza del ruolo della donna da parte della nascente opinione pubblica, Laura Bassi ottenne grande prestigio. Numerosi sono coloro che l’hanno elogiata, come Algarotti che la definì la “bolognese filosofessa” e Zanotti che disse che “la signora Laura è un mostro di filosofia. Ella parla così latino, come io fo’ bolognese e più presto ancora e meglio”.

La fama all’estero

Ma la fama della Bassi varcò i confini italiani: tra i suoi ammiratori si ricordano Voltaire (“Non, c’è [sic], una Bassi in Londra, e io sarei molto più felice d’essere aggregato alla sua Accademia di Bologna, che a quella degli inglesi, benché ella abbia prodotto un Newton”), Giuseppe II, l’elettore di Polonia Federico Cristiano, e il futuro Carlo VII.
Come disse ella stessa, “mi mossi a pensare d’impiegare la mia, se ben pochissima abilità, nel servire al pubblico in questi studi”: si impegnò nel corso di tutta la sua vita per superare il pregiudizio negativo che le era riservato in quanto donna e cercò al contempo di affermarsi anche dal punto di vista personale e famigliare, attraverso il matrimonio e la nascita di otto figli.