“Mia venerata Maestra, di cui sarò sempre ricordevole sinché avrò spirito e vita, dire potendo con verità che quel pochissimo ch’io so, lo debbo in origine ai savj insegnamenti di Lei” (L. Spallanzani)

Gli ambiti di studio e di ricerca scientifica

Chimica e fisica: sono questi i due principali ambiti in cui si focalizzano lo studio, la ricerca e l’insegnamento di Laura Bassi.
Le dissertazioni di Laura Bassi, conservate all’Accademia delle Scienze di Bologna (una di chimica, 13 di fisica, 11 di idraulica, 2 di matematica, una di meccanica e una di tecnologia) rimangono a testimoniare il ruolo di questa studiosa nella discussione scientifica del suo tempo.

Le scoperte scientifiche

La legge di Boyle

Laura Bassi era solita usare il calcolo differenziale per studiare il moto di sistemi a più corpi, un problema complesso soprattutto nell’ambito di quello che allora era ancora un ramo nuovo della matematica.
Riuscì in tal modo a scoprire che la legge di Boyle non è universalmente applicabile molto tempo prima che venisse compreso il comportamento del vapore sotto pressione.
La legge di Boyle esprime il legame tra volume e pressione di una sostanza aeriforme: P·V = costante, ossia il prodotto della pressione e del volume che il gas occupa è un valore costante se la temperatura è costante. Conducendo una serie di esperimenti sul comportamento dell’aria in varie condizioni di pressione e volume, Laura Bassi arrivò alla conclusione che l’aria rispettava la legge di Boyle nelle giornate di bassa umidità, mentre nelle giornate molto umide la legge veniva disattesa: occorreva tenere conto del vapore acqueo quale ulteriore parametro sperimentale.
Questa serie di esperimenti venne citata come il maggior contributo che diede alla Fisica nell’Elogio pronunciato nell’occasione del suo funerale.

Proprietà d’attrazione degli oggetti appuntiti

Per quanto riguarda i fenomeni elettrici, sui quali gli studi iniziavano ad approfondirsi a quel tempo, ella era a conoscenza della proprietà di “attrarre” elettricità da parte degli oggetti appuntiti: le cariche e di conseguenza il campo elettrico si concentrano sulle punte, cioè dove maggiore è la curvatura di un oggetto. La sua scoperta fu contemporanea o forse addirittura antecedente rispetto a Benjamin Franklin, del quale condivideva l’idea della conservazione della carica elettrica, a quel tempo oggetto di un intenso dibattito. Ancora sul piano teorico, sosteneva correttamente che ci fosse una stretta relazione tra campo elettrico e campo magnetico.

Studi sul vetro, sui fluidi, sulla polvere pirica

Nei suoi esperimenti sulle proprietà elettriche delle varie sostanze approdò allo studio del vetro, scoprendone la proprietà di condurre elettricità se riscaldato. Inoltre continuò a interessarsi ai fluidi, studiandone la diffusione nei capillari, e, in collaborazione con il marito Giuseppe Veratti, aiutò Gregorio Casali nei suoi esperimenti sulle proprietà della polvere pirica.

Gli studi attraverso le lettere

La foronomia
In una breve memoria del 1755 la Bassi trattò un problema di foronomia, applicando i principi idraulici del suo concittadino Guglielmini.
Il moto del baricentro
In una seconda memoria dello stesso anno si propose di determinare il moto del baricentro di due o più corpi che si muovono con leggi note, secondo traiettorie complanari. Sebbene la trattazione non fosse esauriente, la Bassi dedusse, come caso particolare, il teorema già enunciato nel 1687 da Newton, che afferma essere ancora rettilineo uniforme il moto del baricentro di due corpi animati da moti uniformi secondo rette complanari.

La rigenerazione negli anfibi e nei gasteropodi
Grande interesse riserva la corrispondenza della Bassi con lo Spallanzani, che mantenne, tra il 1755 e il 1776, rapporti epistolari frequenti con la scienziata bolognese.
Alcune lettere trattano di una serie di esperienze di rigenerazione in anfibi urodeli e in gasteropodi. Esperienze simili erano state già fatte dal Lavoisier, ma furono poi ripetute dallo stesso Spallanzani con sistema statistico e su più vasta scala. Lo Spallanzani incoraggiò la Bassi a ripetere le prove, le inviò il materiale biologico e tecnico e le suggerì le modalità di lavoro. Negli esperimenti sulla salamandra Spallanzani fece notare alla Bassi la differente velocità di rigenerazione nella coda e negli arti; in quelli sulla lumaca i diversi aspetti assunti dalla parte rigenerata nella regione cefalica in dipendenza dall’ampiezza della regione amputata.

L’insegnamento universitario

Tra i meriti della scienziata vi è quello di aver contribuito a creare una rete di collaborazione tra scienziati e insegnanti di Italia, Francia e Inghilterra. “Laura Bassi è stata ampiamente ammirata come scienziata eccellente e considerata uno dei migliori insegnanti di fisica newtoniana della sua generazione”, ha detto Paula Findlen, professoressa di storia di Stanford e nota esperta della Bassi: “Ha ispirato alcuni dei più importanti scienziati di sesso maschile della generazione successiva, ed è un esempio di donna che ha saputo plasmare la natura della conoscenza in un’epoca in cui poche donne potevano immaginare tale ruolo”.
Ciò che distingue Laura Bassi non è tanto l’aver ricevuto un alto livello di istruzione, cosa che è sempre stata abbastanza diffusa tra le donne dell’aristocrazia o della borghesia, ma è l’averne fatto uso per raggiungere una posizione sociale raramente di appannaggio femminile e per aver contribuito, attraverso l’attività di scienziata e di docente universitaria, allo sviluppo culturale e intellettuale collettivo.

Nel 1749 istituì a Bologna una scuola di Fisica sperimentale nella propria abitazione, che diventerà un centro di ricerca famoso in tutta Europa. Le lezioni al proprio domicilio erano consentite ma, nonostante la fama che acquisì nel corso degli anni, soltanto nel 1776 il Senato bolognese le conferì la cattedra di Fisica sperimentale presso l’Istituto delle Scienze. Un successo tardivo, ma indubitabile, che attribuì vasta fama alla scienziata bolognese.


Stando alle testimonianze lasciateci da suoi studenti, alla Laura Bassi docente si devono lezioni condotte con competenza, completezza (usualmente, dapprima spiegava la teoria, poi la dimostrava con l’esperimento), ma anche con affabilità, mentre alla Laura Bassi fisico si deve un considerevole contributo all’approfondimento e alla diffusione della Fisica newtoniana, ed in generale, della Fisica moderna, non aristotelica, della sua epoca.
La sua frequente corrispondenza con molti dei massimi scienziati italiani dell’epoca, tra cui Alessandro Volta, allora un giovane che iniziava lo studio della Fisica, la pongono pienamente all’interno del dibattito scientifico del XVIII secolo, in un periodo in cui le università e le accademie erano mondi senza donne.