“Fu di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l’aveva introdotta, ma non senza altezza d’animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche”(Damascio)
Gli ambiti di studio e di ricerca scientifica
Matematica, astronomia e filosofia: sono questi i tre ambiti in cui si focalizzano lo studio e la ricerca di Ipazia. Ella seppe conciliare fra loro queste tre discipline tanto che fu messa a capo della Scuola di Alessandria.
Purtroppo la mancanza di ogni suo scritto rende problematico stabilire l’effettivo contributo da lei apportato al progresso del sapere matematico ed astronomico della scuola. È il suo allievo Sinesio a fornire degli esempi concreti sulla capacità di Ipazia di unire gli interessi teorici a quelli pratici.
Le scoperte scientifiche
Gli strumenti attribuiti a Ipazia rappresentano tappe del sapere scientifico cui la veneratissima maestra di Sinesio ha contribuito fortemente, non limitandosi alle ipotesi dei suoi predecessori, ma proseguendo le ricerche al fine di raggiungere la reale comprensione della natura e della disposizione dell’universo.
Ecco le scoperte attribuite a Ipazia, scoperte legate alla meccanica e dunque alla tecnologia:
- Aerometro: storicamente la prima menzione dell’aerometro è collegata proprio alla figura di Ipazia: Sinesio di Cirene scrisse infatti verso il 400 d.C. alla sua maestra per chiederle spiegazioni circa la costruzione di un aerometro. Come indica l’etimologia della parola stessa, si tratta di uno strumento che serve per determinare i gradi della rarefazione o della condensazione di un dato volume d’aria.
- Astrolabio piatto: si tratta di un antico strumento astronomico tramite il quale è possibile localizzare o calcolare la posizione di corpi celesti come il Sole, la Luna, i pianeti e le stelle. L’astrolabio progettato da Ipazia era formato da due dischi metallici forati, ruotanti l’uno sopra l’altro mediante un perno rimovibile: veniva utilizzato per calcolare il tempo, per definire la posizione del Sole, delle stelle, dei pianeti. Pare che mediante questo strumento Ipazia abbia addirittura risolto alcuni problemi di astronomia sferica.
- Idroscopio: si presenta come un tubo cilindrico avente la forma e la dimensione di un flauto. In linea perpendicolare presenta degli intagli, attraverso i quali si può misurare il peso dei liquidi. Da una delle estremità è otturato da un cono fissato strettamente al tubo, in modo che sia unica la base di entrambi. È questo il cosiddetto barillio. Quando s’immerge il tubo nell’acqua, esso rimane eretto e si ha in tal modo la possibilità di contare gli intagli, i quali danno l’indicazione del peso.
La filosofia, l’altra faccia della scienza
Analoghe difficoltà presenta la ricostruzione del pensiero filosofico di Ipazia. In assenza di opere autografe e di riferimenti espliciti, occorre fare ancora una volta riferimento agli scritti del suo allievo Sinesio, il quale era devotissimo alla sua maestra.
Secondo la testimonianza di Socrate Scolastico, Ipazia «era giunta a tanta cultura da superare di molto tutti i filosofi del suo tempo, a succedere nella scuola platonica riportata in vita da Plotino e a spiegare a chi lo desiderava tutte le scienze filosofiche. Per questo motivo accorrevano da lei, da ogni parte, tutti coloro che desideravano pensare in modo filosofico».
Il termine Neoplatonismo indica tutte le dottrine e le scuole platoniche che si svilupparono tra il III e il VI secolo e la sua nascita viene fatta coincidere con la figura di Plotino che, proprio ad Alessandria d’Egitto, elaborò la sua filosofia:
- L’intero cosmo deriva la sua esistenza da un principio primo ineffabile, totalmente trascendente e buono, chiamato da Plotino “Uno”
- La potenza infinita dell’Uno genera l’universo
- Il processo di emanazione avviene per natura, non meccanicamente come quando l’uomo compone artificialmente più parti tra di loro, bensì in maniera organica, a partire da un principio assolutamente semplice e irriproducibile
- Le anime umane sono decadute dalla loro condizione iniziale, nella quale erano unite all’anima del tutto e assolutamente libere dai bisogni del corpo
- Lo scopo dell’uomo si configura perciò come un cammino di liberazione dalle conseguenze della caduta e dai falsi bisogni che l’eccessiva attenzione per i corpi ha imposto alle anime
L’assenza di opere filosofiche scritte di Ipazia non consente purtroppo di stabilire quali aspetti del pensiero di Plotino furono accolti e tramandati dalla donna durante gli anni dell’insegnamento.
Il pubblico insegnamento
Un altro elemento che viene sottolineato dalle fonti antiche è il pubblico insegnamento esercitato da Ipazia verso chiunque volesse ascoltarla: iniziato il suo percorso culturale dallo studio delle scienze matematiche – che sono, secondo la concezione platonica, le scienze propedeutiche alla filosofia – Ipazia è poi approdata alle scienze filosofiche, ossia alla «vera filosofia», che raggiunge il suo culmine nella dialettica.
Era indipendente e libera e non era messa alla berlina per il fatto di essere una donna se non da una minoranza, anzi era ascoltata dai potenti e pertanto temuta.
Il prestigio conquistato da Ipazia ad Alessandria ebbe una natura eminentemente culturale, ma fu proprio il suo prestigio culturale a farle ottenere un enorme potere politico.